Breve descrizione 

Storie di vita

 
 

Breve descrizione del museo

ILCENTRO STUDI PERMANENTE SULL’EMIGRAZIONE-

MUSEO DELL’EMIGRANTE

di Noemi Ugolini

Guardando la società sammarinese odierna, non possiamo far a meno di prendere atto che la storia più recente di San Marino ha ereditato dal fenomeno migratorio uno dei suoi più essenziali caratteri. Che cosa sarebbe, infatti, l'economia sammarinese, senza quel grande fenomeno di accumulazione delle risorse rappresentato dalle rimesse degli emigranti? Ed inoltre quale grandioso interscambio di mestieri, esperienze professionali, tecnologie si è realizzato attraverso i flussi migratori? E i soprattutto, quale incidenza ha avuto il "segno" della nostra emigrazione nella nostra identità collettiva ? Sulla base di questi interrogativi, è stato viene presentato nel 1991 alla XII Consulta dei Cittadini sammarinesi residenti all’estero un progetto per la realizzazione del Museo dell’Emigrante - Centro Studi Permanente sull’Emigrazione.

  • Un luogo della memoria per permettere alla popolazione residente e non, ai giovani e agli anziani di operare ad un progetto comune: un incontro tra ricerca culturale e impegno civile e sociale.
  • Un centro di ricerca permanente per raccogliere e analizzare i diversi aspetti dell’emigrazione sammarinese.
  • Un percorso espositivo per “narrare” una peculiare emigrazione, quella sammarinese, ma anche per “mostrare” i percorsi dell’emigrazione ed essere strumento di comprensione e di accoglienza.
  • Un laboratorio interdisciplinare che, collegando ricerca storiografica e cultura materiale, sia utile per costruire un discorso storico e proporre nuovi approcci ed interessi per la storia di San Marino.

Il Centro Studi Permanente sull’Emigrazione - Museo dell’Emigrante, che ha sede in alcune sale dell’antico monastero Santa Chiara, è stato inaugurato ufficialmente nel 1997 alla presenza degli Eccellentissimi Capitani Reggenti. La sua realizzazione, promossa dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, è stata possibile grazie al contributo di enti pubblici e privati, in particolare dalla Commissione Sammarinese per l’UNESCO, e alla collaborazione attiva e partecipe di tutta la popolazione. Sono state interessate le scuole e gli studenti universitari per effettuare interviste ad ex emigrati ed è stato raccolto, nelle diverse case, materiale documentario e iconografico. La ricerca è stata attivata anche fra i cittadini all’estero con il coinvolgimento diretto delle venticinque Comunità dei Sammarinesi nel mondo.
Il Centro è articolato in due sezioni : spazi espositivi e centro di ricerca e nel 1998, per le sue peculiari caratteristiche, si è classificato fra i primi dieci partecipanti al Premio per il Museo Europeo, organizzato dall’associazione The European Museum Forum con il Patrocinio del Consiglio d'Europa. Sempre nello stesso anno è diventato membro dell’AEMI (Association European Migration Institutions).


IL MUSEO

Il Museo dell'Emigrante, nato con l'obiettivo di presentare l'emigrazione nel suo essere evento storico e racconto, non è un semplice contenitore di oggetti in disuso, patinati dal tempo, ma un percorso complessivo che racconta e presenta le caratteristiche essenziali della società e dell'economia sammarinese, colte anche attraverso la cultura materiale. I documenti raccolti e in parte esposti si dividono in tre grandi categorie: oggetti, fonti scritte e fonti iconografiche:

  • gli oggetti sono strumenti di lavoro e utensili riconducibili all’esperienza migratoria;
  • le fonti scritte comprendono: corrispondenza con emigrati (lettere e cartoline da e per San Marino); documenti (passaporti, certificati, avvisi di chiamata per l’estero, biglietti di viaggio, libretti di lavoro e fogli paga, ricevute e libretti bancari, corrispondenza ufficiale con amministrazioni pubbliche e private, manifesti e documenti delle Comunità all’estero…), letteratura minore (autobiografie e componimenti sul tema dell’emigrazione);
  • le fonti iconografiche sono foto scattate a San Marino prima della partenza foto dei diversi paesi di accoglienza .

Il percorso espositivo, realizzato su progetto degli architetti Alessandro Galassi e Biancamaria Rizzo, si snoda lungo otto stanze (suddivise per nove temi) seguendo un immaginario nastro del tempo e racconta, attraverso brevi testi, immagini, grafici tridimensionali, documenti e oggetti, la storia dell’emigrazione sammarineseIl percorso mostra le tappe del fenomeno migratorio che, anche se in forme diverse, si ripropongono con tutta la loro drammatica storia. Sempre, infatti, nell’emigrazione si ripetono: la partenza e la fuga da situazioni economiche e politiche non più accettabili, la ricerca di lavoro, l’approccio con il nuovo, i tentativi di integrazione, le difficoltà di mantenere i legami familiari, la nostalgia, il razzismo. Tutto ciò ricorre nei comportamenti delle persone e nelle successioni dei cicli migratori e tutto questo viene raccontato e quasi “respirato ” nelle diverse stanze del Museo.

Ingresso

Ingresso museoIl percorso espositivo si apre con la gigantografia di un gruppo di emigranti sammarinesi in partenza nel 1939 con chiamata governativa per la Germania. Accanto alla foto sono esposti oggetti e simboli che accompagnavano gli emigranti.







I stanza: La partenza


PartenzaAl centro della sala si trova una composizione di bauli, valigie e indumenti, creata per restituire il senso di abbandono che la partenza poteva creare in coloro che si vedevano costretti a lasciare la propria patria. Ci sono inoltre gigantografie con elenchi di chiamate ufficiali, dove sono riportati i nominativi e la condizione sociale di coloro che volevano emigrare.






I pannelli testo: “I motivi sociali dell’emigrazione”, “L’emigrazione come risorsa”, “Ragioniamo di storia con i numeri” e “La stampa racconta”, corredati da fotografie e documenti originali, descrivono le cause e i motivi della partenza.







II stanza: Il viaggio

ViaggioUn grande grafico tridimensionale mostra l’andamento delle richieste di rilascio di passaporti dal 1923 al 1950.
Il pannello testo “Il viaggio” riporta stralci di interviste di coloro che nel secolo lasciarono San Marino per un indefinito lontano: una serie di brevi testimonianze comuni all’emigrazione di ieri e di oggi.
“..Il giorno della partenza, io che non ero mai uscita da San Marino, è stato un giorno molto triste, perché c'era questo distacco, questa America così lontana che...solo... era un sogno, non si sapeva dove si andava, nulla: si partiva così!..". “... In Belgio siamo partiti ed era il terzo scaglione che partiva da San Marino ed era il 27 marzo 1951...Capirà avevo poco più di venti anni quella volta non eravamo stati neanche a Rimini, si può rendere conto lasciare il padre, la madre, i fratelli, gli amici è una cosa quasi indescrivibile…”.



Viaggio museo emigrante

III stanza: Le modalità di espatrio

Il pannello testo “L’Ufficio per l’Emigrazione Temporanea in Europa”, le lettere e i documenti di espatrio esposti raccontano le difficoltà che incontravano tutti coloro che volevano cercare un lavoro ed un futuro all’estero.
Solo nel 1907, su progetto di Pietro Franciosi, viene istituito anche San Marino un Ufficio per l’Emigrazione Temporanea in Europa. L’Ufficio raccoglieva notizie e informazioni sulle possibilità di lavoro all’estero per favorire il collocamento degli operai sammarinesi, facilitava loro il viaggio e soprattutto li assisteva nel nuovo ambiente di lavoro in caso di infortuni e di controversie con gli imprenditori. L’Ufficio cessò di fatto la propria attività nel 1943: da allora fu la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri ad occuparsi direttamente dell’emigrazione dei Sammarinesi nel mondo.



IV stanza: L’arrivo

Al centro della stanza un grande planisfero interattivo fornisce informazioni sulla realtà dei cittadini sammarinesi residenti all’estero. I pannelli testo: “Chiamate e catene migratorie”, “Americhe – Europa – Italia” e “Regolamenti di ingresso”, corredati da grafici tridimensionali e da fotografie e documenti originali, raccontano i diversi percorsi e le principali mete migratorie .



V stanza: Il lavoro all’estero e il rientro


La stanza è divisa in due sezioni, con quattro grandi riproduzioni di lettere inviate da emigrati alle famiglie. Nella prima sezione il pannello testo “Mestieri e mercato del lavoro” con un grafico circondato da fotografie di ambienti e luoghi di lavoro descrive i diversi mestieri svolti dai Sammarinesi all’estero. Nella seconda sezione i pannelli testo “Le rimesse”, “Il rientro”, “L’emigrante di ritorno agente di trasformazione” e un grafico sui dati di rientro fra il 1960 e il 1980, analizzano la funzione formativa e l’apporto economico dell’emigrazione di ritorno nella società di partenza.

VI stanza: I mestieri

La stanza è divisa in quattro sezioni con la riproduzione di cinque ambienti di lavoro. I pannelli testo: “Agricoltore”, “Garzone agricolo”, “Serve e balie”, “Scalpellino”, “Minatore e Muratore” descrivono i diversi mestieri.
Ancora fino al 1950 il lavoro in agricoltura era l’attività prevalente nella realtà sammarinese. Nelle famiglie contadine i bambini andavano a lavorare presto: i ragazzi venivano impiegati come garzoni agricoli, le ragazze invece si impiegavano come serve e poi come balie.





Corridoio dei donatori


Su un grande pannello murale sono inseriti i nominativi di tutti coloro che hanno donato e continuano a donare le loro testimonianze, con oggetti, documenti e foto.

VII stanza: L’emigrazione negli Stati Uniti


Nella stanza si trovano testi, documenti e immagini dell’emigrazione sammarinese negli Stati Uniti e la raccolta dei 12.000 passaporti che vanno dal 1923 al 1962.
L’emigrazione sammarinese negli Stati Uniti è iniziata alla fine del 1800 e si è protratta fino alla fine degli anni Sessanta.
Fotografie e documenti privati e ufficiali raccontano le vicende dei Sammarinesi negli USA.









VIII stanza: L’emigrazione femminile



La stanza ha un fascino particolare ed è essa stessa oggetto di visita, perché è la grande cucina delle monache risalente al 1800. Sulla parete opposta ai grandi forni viene narrata con testi, fotografie, documenti e la proiezione di video - interviste la storia dell’emigrazione femminile.









IL CENTRO STUDI

Il Centro Studi intende recuperare e salvaguardare la storia e la memoria dell’emigrazione sammarinese evidenziandone gli aspetti sociali, politici ed economici attraverso la raccolta e la valorizzazione delle fonti orali e di ogni altro documento inerente l’emigrazione. Esso opera sotto la guida di un Consiglio Scientifico e di un Comitato di Coordinamento ed ha al suo attivo una serie di convegni, pubblicazioni e mostre tematiche. È inoltre collegato a una rete di musei e centri di ricerca Ellis Island a New York, CEMLA a Buenos Aires, Museo Italiano Cultural Centre in Australia, e con altri centri in Italia ed in Europa con finalità analoghe, con i quali promuove lo scambio di informazioni, dati, documenti e fotografie .
Nel 2001, in linea con le direttive dell’ICOM (International Council of Museums) e confermando la necessità e la valenza del recupero e della circolazione delle testimonianze immateriali, ha realizzato un progetto in rete denominato Archivio della Memoria, che attualmente contiene 40.000 dati relativi agli espatri di cittadini sammarinesi fra il 1850 e il 1962, 4.000 foto e un centinaio di lettere.
L’Archivio della Memoria è un work in progress, una grande banca dati in rete della memoria sammarinese, che può essere consultata, ampliata e aggiornata in tutti i paesi del mondo dove risiedono le venticinque Comunità dei Sammarinesi accedendo al sito www.Museodell’emigrante.sm

Database dei passaporti (dal 1923 al 1962)


I dati inseriti sono: n. passaporto, data rilascio, nominativo, paternità, nato a, data di nascita, residenza, età al momento del rilascio, mestiere, luogo di emigrazione, parte con, raggiunge.
Database delle lettere (dal 1913 al 1960)


La ricerca può essere effettuata: per cognome del mittente o destinatario, luogo.




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Presentazione museo